Bambini a piedi scalzi: fa bene o fa male?
Il tuo bimbo ha finalmente deciso di gattonare sempre meno nei suoi spostamenti in casa.
Lo vedi provare a reggersi da solo sui suoi piedini e sempre meno a carponi.
Prova già a lanciarsi, nel tentativo di riuscire a mettere un passo davanti l’altro e raggiungere così quell’oggetto che ha provocato in lui così tanta curiosità da spingerlo a camminare.
Ti ritrovi inoltre a dover apportare alcuni espedienti in casa,
come ad esempio spostare oggetti e soprammobili in posizioni più elevate,
dove le manine curiose del tuo bimbo, almeno per il momento, non possono arrivare.
In media un bambino, affronta questa fase circa a 12 mesi d’età,
ma questo numero va preso un po’ con le pinze,
esistono casi più precoci, dove il bimbo prova a camminare già a 8-9 mesi e casi più tardivi dove comincia ad accennare i primi passi solo dopo 18 mesi.
In qualsiasi caso, non bisogna forzarlo, devi avere tanta pazienza.
Non dimenticare anche che la sicurezza in casa non è mai abbastanza,
quando si hanno bambini in giro.
Ora immagino ti domanderai, se tuo figlio con i suoi piedini delicati,
sia pronto ad affrontare l’ambiente che lo circonda.
La risposta è ovviamente si, ma con la dovuta cautela.
Primi passi a piedi nudi
I primi passi del tuo bimbo, oltre che riempirti di un emozione mista a gioia e angoscia,
sono anche molto importanti per il suo sviluppo fisico e cognitivo.
Devi sapere che diversi studi scientifici,
confermano che i piedi di un bambino,
sono la fonte principale delle sue prime stimolazioni sensoriali.
Il piede è considerato da tutti i maggiori esperti di ortopedia generale, l’organo più propriocettivo del corpo umano.
Ti domanderai adesso, cosa significa questa parola cosi strana, e no…non è una parolaccia,
per propriocezione si intende la capacità di riconoscere e percepire la posizione del proprio corpo nello spazio, tale capacità permette la piena coscienza dello stato di contrazione dei propri muscoli, anche senza il supporto della vista.
Secondo alcuni esperti in neurologia pediatrica, soprattutto nei primi 10 mesi di vita, il piede del bambino ha un tatto molto più sensibile rispetto a quello presente nella mano.
È facile quindi dedurre, che la corretta e crescente stimolazione del piede,
aiuterà il bambino a sviluppare più a fondo la sua intelligenza,
andando ad aumentare maggiormente la percezione di se e dell’ambiente che lo circonda,
oltre che aiutarlo a sviluppare in maniere sempre più progressiva il suo senso d’equilibrio e stabilità.
Con i piedi nudi, si sentiranno subito comodi e felici,
liberi di esplorare e curiosare il mondo che li circonda.
Perché quindi privare tuo figlio di questa bella e preziosa esperienza?
Camminare scalzo fa bene alla salute del bambino
Siamo quindi d’accordo che la stimolazione attraverso il tatto della pianta del piede,
è fondamentale per arricchire il bagaglio esperienziale e sensoriale,
cioè tutte queste informazioni che andranno a formare,
la persona adulta che sarà tuo figlio domani.
Quindi che faccio? Lo lascio scorrazzare a piedi nudi, libero e felice per tutta la casa?
La risposta a questa tua probabile domanda, è ovviamente si, ma con la dovuta cautela.
Gli esperti dicono che il piede di tuo figlio va quindi correttamente stimolato,
meglio se sull’erba, la sabbia o sul terriccio.
Insomma tutti quelle superfici che hanno delle irregolarità e hanno anche una consistenza più morbida del pavimento di casa.
Questi vengono considerati terreni propriocettivi,
pertanto favoriscono la naturale assunzione di una postura corretta,
un migliore sviluppo del piede e la naturale formazione del suo arco plantare.
Devi sapere che un bambino appena nato, ha i piedi completamente piatti,
quindi il suo piedino non possiede ancora nessun arco plantare.
Ma non ti allarmare, è una cosa perfettamente normale.
L’arco plantare, cioè la curva interna che si forma,
nella pianta del piede tra l’alluce e il tallone,
raggiunge la sua completa formazione nel bambino che ha già compiuto i 3-4 anni d’età.
Quindi per i primi passi del tuo bimbo, prediligi ambienti con superfici più irregolari, evitando per quanto possibile, di farlo camminare a piedi nudi sul pavimento piatto e uniforme di casa.
Con l’arrivo di un clima più mite e sereno, il posto migliore dove far fare pratica al tuo bambino,
è sicuramente la spiaggia, ma anche il manto erboso di un prato ben curato all’interno di un parco,
può tranquillamente adempiere al suo dovere.
Ricorda sempre, da buon genitore, di fare molta attenzione alla possibile presenza di oggetti o altro, che possono causare eventuali ferite alla pianta del piede del tuo bambino.
Camminare a piedi nudi non fa venire il raffreddore
Se ad aumentare la tua preoccupazione c’è anche il fatto che hai sempre saputo, che camminare a piedi nudi,
può essere causa di raffreddore,
devi assolutamente sapere che è solo una leggenda metropolitana, un falso mito,
tramandato dalle nostre mamme e le nostre nonne,
probabilmente per una semplice esigenza di etichetta e galateo,
dettati dai protocolli sociali dell’epoca.
In presenza di temperatura più basse, il buon senso ci impone di evitare di camminare a piedi nudi,
per avere una corretta regolazione della temperatura corporea,
evitando così un’eccessiva escursione termica.
Tale regola vale per gli adulti, tanto quanto per i bambini.
Neonati a piedi scalzi o con le scarpe?
Molti pediatri consigliano di lasciare il piede del bimbo più libero possibile,
da qui ne conviene il ragionamento che ai bambini deve poter essere concesso
di camminare senza scarpe.
L’uso di calzature rigide o plantari è fortemente sconsigliato, sopratutto in età cosi giovane.
Tuttalpiù, se proprio se ne vede l’esigenza,
si può far indossare al bambino una calzatura molto leggera, morbida e deformabile,
in modo da poter ridurre al minimo l’isolamento sensoriale del piede stesso,
cosa che una calzatura più rigida non permette.
Ricorda quindi che la suola della scarpa, deve essere morbida e facilmente deformabile, in modo da prendere la forma del piede del tuo bambino.
I primi tempi puoi pure optare per un acquisto di una calzatura con la tomaia più rigida e protettiva, sopratutto se il tuo bimbo continua a muoversi anche a carponi.
E ricorda che, se ti accorgi che il tuo bimbo se le sfila, non impedirglielo e lascialo fare.
Il consiglio di base, rimane comunque quello di lasciare, quando possibile, il bimbo con i piedi scalzi,
avendo ben chiara in mente l’idea che la calzatura,
in questa particolare fase del suo sviluppo, è una forzatura e non bisogna costringerli a indossarla.
Non dimenticarti di consultare il tuo pediatra di fiducia per qualsiasi dubbio.