Qual è l’Età Giusta per Cominciare l’Asilo?
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Sono molti i genitori che si chiedono qual è il momento migliore per iscrivere i bambini all’asilo.
C’è un’età per andare all’asilo o è una scelta personale?
Innanzitutto bisogna fare una sostanziale differenza tra asili privati e asili pubblici.
Sebbene molti istituti pubblici di scuola materna accettino bambini di età compresa tra i 3 ed i 6 anni, per quanto riguarda la scuola d’infanzia privata non ci sono regole particolari.
E’ interessante formarsi un’opinione sull’età giusta per mandare i bimbi all’asilo, sulla base del parere di psicologi e puericultori.
Età Asilo Bambini
In Paesi come la Finlandia, la maternità è tutelata fino al terzo anno di vita del bambino, con la retribuzione regolare e i contributi assicurati; in Italia purtroppo la realtà è diversa e i genitori, a causa delle loro esigenze lavorative, spesso sono costretti ad iscrivere i propri bambini all’asilo nido nei primissimi mesi di vita, quando non hanno il supporto di nonni o zii che possano occuparsene.
Psicologi e psicoterapeuti di grande esperienza, specialisti in psicologia infantile, si sono espressi contro l’ingresso dei bambini all’asilo nido prima che abbiano compiuto almeno sei mesi.
Infatti, nei primi sei mesi di vita, per il bambino è indispensabile mantenere un costante contatto fisico con la propria madre, che essi riconoscono anche dall’odore.
Interrompere questo contatto fisico genera confusione nel bambino, che percepirà come estranee tutte le persone che si dovessero occupare di lui.
Per quanto possano manifestargli affetto e attenzioni, tenerlo in braccio e coccolarlo, il bambino non riconoscerà le persone a lui più care e sarà disorientato.
Le puericultrici che lavorano negli asili nido, anche in base alla propria esperienza di mamme, ritengono che, tra i sei e i nove mesi di vita del bambino, sia il momento adeguato per iniziare a frequentare l’asilo nido in caso di particolari esigenze lavorative dei genitori.
Infatti, in questo periodo, subito dopo lo svezzamento, il bambino inizia spontaneamente a interagire con il mondo esterno, relazionandosi con gli altri bambini e affrontando il mondo dei giochi come una scoperta quotidiana che gli fornisce sicurezza di sé e lo aiuta a crescere socialmente.
- grembiule asilo a quadretti.
- allacciatura con bottoni.
- colletto bianco staccabile.
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L’Asilo Dopo i Diciotto Mesi
Anche docenti di psicologia dello sviluppo propendono per un ingresso dei bambini all’asilo che non sia troppo precoce.
La soluzione ideale, affermano, sarebbe quella di tenere il bambino a casa fino all’età di diciotto mesi, in quanto i bambini, superato un anno e mezzo di età, sono in grado di adattarsi più facilmente alle situazioni nuove e di socializzare con i loro coetanei.
In parole povere, possono accettare serenamente le esperienze e i giochi che condividono con gli altri bimbi; in alcuni casi, si adattano talmente bene alla nuova situazione e al nuovo ambiente dell’asilo, da voler rimanere a giocare quando i genitori tornano a prenderli .
Naturalmente, non bisogna fare riferimento ad uno schema di comportamento rigido, perché dipende anche dalla personalità che si va formando e dal carattere di ciascun bambino; alcuni tendono ad inserirsi più facilmente di altri.
I figli unici rappresentano un caso a parte, in quanto, da un punto di vista della socializzazione, un inserimento nell’asilo nido dopo i due anni, quindi un anno prima di iniziare la scuola materna, sarebbe molto utile; questo perché potrebbero avere delle difficoltà di inserimento all’interno della comunità della scuola materna, non avendo mai avuto la possibilità di condividere dei rapporti sociali.
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Comportamento Bambini all’Asilo
Tutto ciò ha un senso se i genitori, la mamma in particolare, riconoscono nell’asilo nido un luogo di socializzazione, all’interno del quale il proprio bambino impara sia a stare insieme ai suoi coetanei che a rispettare gli altri e a comprendere le regole della vita comune, attraverso l’attività ludica.
Questo aspetto è molto importante, perché l’asilo nido è il luogo in cui, per la prima volta, il bambino affronta il passaggio dalla dimensione familiare a quella sociale, che diventerà, man mano, più ampia e complessa negli anni successivi, con il contributo delle figure degli educatori e dei coetanei.
D’altra parte, questo è un processo naturale, che va solo seguito e assecondato, in quanto il bambino, per sua natura, tende a socializzare fin dai primi giorni di vita, anche sulla base degli stimoli che riceve dall’ambiente che lo circonda.
- Crivellente, Giuliano (Autore)
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