La Legge 40 sulla fecondazione spiegata in modo semplice

La legge 40 che regolamenta la fecondazione assistita in Italia viene approvata ed entra in vigore nel 2004 unitamente ad uno strascico di polemiche che determineranno nel corso del tempo numerosi rimaneggiamenti del testo di legge.

Le disposizioni in essa contenute prevedevano infatti una serie di limitazioni al diritto genitoriale che comportarono negli anni l’intervento da parte delle istituzioni e della Corte Costituzionale.

Prima sostanziale modifica avviene nel 2008 quando l’allora Ministro della Salute, Livia Turco, ammette l’accesso alle tecniche di fecondazione assistita anche agli uomini affetti da malattie trasmissibili e soprattutto annulla il divieto di diagnosi pre-impianto.

Nel 2009 cadde poi l’obbligatorietà ad a impiantare tre embrioni contemporaneamente. La Consulta infatti risolse che la decisione di impiantare i tre embrioni e quando farlo dovesse essere di competenza esclusiva del medico incaricato come anche l’eventualità di ricorrere al metodo della crio-conservazione se necessario in un senso di tutela della donna e della sua salute.

Oggi il procedimento è consentito sia alle coppie sterili che a quelle fertili ma restano escluse le coppie omosessuali. Sono ammesse anche le coppie potenzialmente portatrici di malattie genetiche trasmissibili per via del principio per cui individuate eventuali anomalie genetiche o cromosomiche nei vari embrioni prodotti si procederà con l’impiantare nell’utero solo quelli effettivamente ritenuti sani.

Un altro avanzamento in materia si registra poi nel 2016, anno in cui nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza vengono inseriti anche i servizi sanitari per la messa in pratica della tecnica di procreazione assistita e di fecondazione eterologa. Le coppie intenzionate a sottoporsi al trattamento dovranno contribuire con il pagamento di un ticket.

In Italia, le strutture pubbliche a cui ci si può rivolgere sono tre: al Santa Maria degli Angeli sito nella città di Pordenone, all’ospedale Sant’Orsola di Bologna e al Careggi di Firenze.

Essendo la sanità una materia di fatto di competenza delle regioni non esiste ad oggi una regolamentazione della materia univoca ed è per tale motivo che accedere al rimborso per tale tipo di prestazione medica implica che i pazienti si spostino verso le regioni su indicate per godere di tale benefit.

Per accedere al testo completo della legge 40 visita il sito il sito della Camera dei Deputati: Legge 19 febbraio 2004, n. 40

La legge 40 è adeguata ai nostri tempi?

Una delle questioni più spinose che alimenta un dibattito che non stenta a placarsi riguarda l’attualità dei provvedimenti disposti con la legge 40 e le relative dinamiche che si innestano per via delle lungaggini burocratiche che riguardano il fenomeno della procreazione assistita in Italia.

Se da un lato è innegabile che dal 2004 sono stati compiuti molti passi in avanti, dall’altro l’impianto generale della della legge che regola la fecondazione assistita appare ancora sostanzialmente proibizionistico e poco accessibile. Inoltre, tutto l’apparato in essere risulta obsoleto oltre che inappropriato rispetto all’epoca che stiamo vivendo, un’epoca fatta di grandi progressi a livello tecnologico.

Secondo gli esperti urge una riforma sostanziale della legge atta ad avviare un’apertura verso le nuove tecniche di procreazione assistita e a ridurre il forte ritardo del nostro paese rispetto al resto dell’Europa.

Altra questione cocente è la concessione al diritto di fecondazione eterologa alle coppie omosessuali vietata nel nostro paese ma praticabile altrove, ragion per cui ci si interroga sulla ragionevolezza del veto imposto dal momento che è comunque facilmente raggirabile recandosi in un altro paese, come la vicina Spagna ad esempio.

Racconta la tua opinione lasciando un commento qui di seguito.

I commenti sono chiusi, ma riferimenti e pingbacks sono aperti.